10/12/16

Per creare le tavole 1 "la Gabbia"



Nel preparare le tavole di fumetto dovete sapere alcune regole per due motivi.
1: maggior parte dei casi le tavole da voi sono preparate andranno in stampa per poi vengono rilegate a forma di un libro. Questo fatto vi crea alcuni condizioni o limite.
2: state preparando l’opera per far leggere agli altri. Va bene, può darsi che ci sia qualcuno dice, “no! mio fumetto non farò vedere mai a nessuno! Lo faccio solo per me!”. Ma di solito uno lo fa perché vorrebbe far leggere agli altri. Quindi dovreste essere “gentili” con lettore. Cosa vuol dire essere “gentile”? Si tratta della “leggibilità”.

Una delle regole è la gabbia.
Non per criceto.     
La gabbia è un'area in cui si divide con le vignette in caso del fumetto. La si usa anche tutto il mondo di grafica. Nel caso della grafica, la gabbia è un'area dove si svolge il contenuto, i testi, le immagini e gli elementi grafici. 
Le immaginei a destra, le linee rosa indicano la gabbia

(c) Inio Asao, Marvel Italia


Avete visto nelle pagine di libro di fumetto, intorno al insieme delle vignette c'è bordo bianco? Ecco, con il bordo si capisce dove è la gabbia; interno del bordo bianco.
L'immagine a destra, le linee rosa indicano la gabbia
(c) Nami Sano, Beam Comics


Vi spiego la funzione della gabbia seguendo due motivi che avevo detto prima.
1: perché le tavole diventano un libro.
Sapete come nasce un libro? Va bene, vi spiega zia.
Le tavole preparate da un autore, vengono scansionate e viene impaginato. I file viene collegato con la macchina di stampa. Ma stampa non si fa una pagina alla volta. Viene stampato in un foglio grande con diverse doppia pagine diritto e retro.
Poi questi fogli grandi vengono piegati e tagliati secondo la dimensione di doppia pagina.
Durante questo andamento potrebbe succedere un po' di spostamento o slittamento, parlo fisicamente. Ecco, se non ci fosse la gabbia e quindi il bordo intorno, slittamento potrebbe provocare taglia via delle immagini.

Avete visto delle vignette grandi senza bordo bianco. Queste vignette si chiama, “vignetta a vivo” o “a taglio”. 



Quest'ultimo deriva dal fatto che letteralmente la carta viene tagliata nella stamperia. Poi nel questo lavoro le carte sempre possono spostare e quindi un pezzo di disegno che è a bordo potrebbe essere tagliata via e non ne vedrete più.

Tutti gli elementi che sono nella gabbia sono assicurati a non vengano tagliati.
Vuol dire che le cose importanti devono essere impostati nella gabbia. Anche il vostro criceto.




2: la leggibilità.
Voi siete persone ordinate? Beh, non sono la vostra mamma e quindi non vi sto preparando a rimproverarvi perché non avete rifatto il letto.
Volevo dire, anche se vi credete che siate disordinati (chi si considera persona ordinata, be, tanto di cappello), nostro cervello no. O meglio dire, cerca sempre le cose ordinate.

Prima abbiamo parlato della gabbia e nella gabbia ci sono criceti, no, le vignette. Le vignette devono essere formate con le linee orizzontali e verticali. Le linee orizzontali devono essere orizzontali e così anche quelle verticali. Una vignetta ci indica la nostra visione. Noi siamo essere dritto e quindi siamo esseri verticali e vediamo orizzonte. Un'area rettangolare fatte delle linee orizzontali e verticali è il nostro mondo, il lettore non lo nota questo rettangolare, o meglio dire riesce a non notare. Per non far notare al lettore l’esistenza le vignette deve essere disegnate precisamente, tutte le linee stesso spessore e gli spazi tra le vignette sono regolari e parallere.

Scommetto che vi viene in mente le vignette inclinate. Che significato può avere questo tipo di vignette? Se una vignetta rettangolare indica il mondo normale per noi essere dritto, le vignette inclinate semplicemente un essere inclinate. Provate a inclinarsi.





Ffff fatto?
Cosa vi è successo?
Stavate per cadere, no? Quindi instabilità, una sorta di pericolo, tensione, agitazione, anormalità. Ecco cosa rappresentano le vignette inclinate.

Quindi sono da utilizzare quando volete esprimere lo stato d'animo dei personaggi e le situazioni sopraindicate.
Come non potete stare permanentemente inclinati anche le vignette. Per dare impatto con le vignette inclinate la scena di tensione, altre parti devono avere le vignette normali, rettangolari.


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 Ritornerò per questo argomento, "per creare le tavole".

17/11/16

Chi è il soggetto? 1

Nel posto "Cha cos’e’ il manga” (Parte 2)" ho parlato dei "soggetti"
Cliccate qui per leggere il posto.

E avevo elencato:
Per rendere questo possibile, il mangaka (l’autore di manga) deve:
1: far avanzare il racconto basandosi sullo stato d’animo dei “soggetti”
2: (affinché il racconto avanzi basandosi sullo stato d’animo dei soggetti) caratterizzare con attenzione ogni “soggetto” (infatti, a seconda del carattere di quest’ultimo, la reazione ad una stessa situazione, lo stato d’animo, sarà diverso e così anche il racconto di quella scena);
3: far coincidere il tempo della lettura e il tempo dell “azione" dei soggetti (in questo caso, “tempo dell azione” non indica solo il tempo fisico  in cui qualcosa avvine ma anche il tempo psicologico).
Poi ho spiegato il punto 3.
Questa volta parlerò del punto 1, "far avanzare il racconto basandosi sullo stato d’animo dei “soggetti”.

Il lettore s'immedesima nei personaggi. L'autore prepara le tavole per poter farlo. Ad ogni "inquadratura (tra una sequenza e l'altra)" o azione prepara un punto di vista: il soggetto. Un'azione, una sequenza va progettato dal punto di vista del soggetto che l'autore ha scelto. 
Il soggetto non deve essere necessariamente il protagonista. Anzi, per raccontare meglio il carattere del protagonista l'autore può raccontare del personaggio in diretto, dal punto di vista un altro personaggio.

Per esempio, nel caso di "Vagabond" di Takehiko Inoue, una scena nel primo episodio per trasmettere al lettore la forza pazzesco del protagonista ogni attacco del ragazzo l'autore ha utilizzato questa tecnica, cioè racconta dal punto di vista dei personaggi non protagonista.




la pagina destra: il soggetto è un samurai della terza vignetta


L'immagine qui sopra racconta uno degli attacchi di parte di Takezo, il protagonista, dal punto di vista un samurai che si vede nella terza vignetta della pagina destra. Potete notare che il samurai è stato disegnato con l'inquadratura frontale ogni volta che s'appare davanti al lettore. Mentre altre vignette quasi tutte hanno le inquadrature non frontale. La quinta vignetta della pagina destra il viso del protagonista è quasi frontale ma non guarda al lettore.

Parlando la struttura delle pagine, nella sinistra la quarta vignetta ha l'inquadratura a campo lungo. Questa inquadratura è efficace per dare uno stacco per poi cambiare azione e/o il soggetto.




il soggetto è il ragazzo della prima vignetta






  L'immagine qui sopra sono due tavole seguenti dell'immagine precedente. Dopo l'inquadratura in campo lungo della pagina precedente con cui il lettore ha ricevuto un segnale che ci sia un cambiamento ed ora con la prima vignetta di questa doppia pagina riceve l'informazione del nuovo soggetto graize l'inquadratura del viso frontale.

Segue una tecnica di livello alto: due vignette successive hanno inquadrato due personaggi diversi come i soggetti provvisori e grazie le forme inclinate e la dimensione variate dei personaggi danno impressione della velocità e che queste tre vignette raccontano di un fatto che succede contemporanemente. È una tecnica si può vedere spesso una scena decisiva di un incotro sportivo, per aumentare il senso di suspense viene inquadrate il pubblico ansioso in due o tre vignette.

La quarta vignetta della pagina destra ha la stessa inquadratura della prima vignetta, dando l'idea al lettore che dalla prima vignetta non ha passato tanto tempo e di nuovo il soggetto è il ragazzo. Poi segue con la visione del ragazzo la vignetta seguente.

La vignetta è stata imposta il corpo di Takezo e il samurai vittima in modo che creano una linea in diagonale che crea nel lettore una sensazione di suspense e tensione.


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Allora perché è utile raccontare dal punto di vista di un personaggio non protagonista "trasmettere la forza folle del protagonista"?
Ci sono due motivi: uno, nel manga comunque bisogna avere un soggetto di cui il lettore s'immedesima. 

due, per poter immedesimarsi facilmente sarebbe meglio il personaggio abbia qualcosa in comune con il lettore. Quindi se io autore prendo come soggetto un personaggio straordinalmente forte con la sua quasi follia il lettore avrebbe difficoltà di sentirsi famigliare. 

In queste scene l'autore sta presentando la follia del protagonista. Dopo che il lettore ha imparato il suo carattere l'autore potrà impostarlo come il soggetto anche nella scena che racconta la sua follia.
In effetti le scene precedenti l'autore ha impostato il protagonista come il soggetto ma non erano le scene di battaglia ma per informare al lettore dello stato misero del protagonista. Poi successivamente nelle scene dl combattimento l'autore ha preso il protagonista come il soggetto.

Il discorso a parte, "Vagabond" di Inoue è ricco di tecniche narrative in livello alto. Vi consiglio di averne almeno un paio di volume e studiali.

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 Nel prossimo posto vediamo sempre stesso argomento con un altro esempio.

16/06/16

Cha cos’e’ il manga” (Parte 2)

Cha cos’e’ il manga” (Parte 2)
Eccoci qua.
L’altra volta ho scritto che ci sono due caratteritiche per dire “Manga”, una visibile e l’altra è invisibile e ho raccontato parte visibile.
(potete ri-leggere cliccando qui)

E ora, andiamo alla parte “invisibile” delle caratteristiche del manga.
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Se dovessi descrivere in una sola frase la caratteristica principale del manga, direi così:
“Il lettore immedesimandosi nei personaggi (soggetti)
VIVE la storia”
È una frase che dico sempre nella prima lezione del mio seminario sui manga e ogni tanto la ripeto nel corso delle lezioni, perché questa è quella che considero la ‘base’ del manga.
Per essere più specifici, la parte invisibile del manga a cui mi riferisco è la sua struttura.
Per me, il “vero” manga sta nella struttura. E la struttura del manga è tale da permettere al lettore di vivere la storia raccontata, immedesimandosi.
Ho parlato di “soggetti” perché, anche se nella maggior parte dei casi il soggetto è protagonista, non è sempre così. A volte si vivono le scene dal punto di vista di altri personaggi. Quindi, ciò che intendo con soggetto è: il personaggio dal cui punto di vista si vive una determinata scena.

Per rendere questo possibile, il mangaka (l’autore di manga) deve:
1: far avanzare il racconto basandosi sullo stato d’animo dei “soggetti”
2: (affinché il racconto avanzi basandosi sullo stato d’animo dei soggetti) caratterizzare con attenzione ogni “soggetto” (infatti, a seconda del carattere di quest’ultimo, la reazione ad una stessa situazione, lo stato d’animo, sarà diverso e così anche il racconto di quella scena);
3: far coincidere il tempo della lettura e il tempo dell “azione" dei soggetti (in questo caso, “tempo dell azione” non indica solo il tempo fisico  in cui qualcosa avvine ma anche il tempo psicologico).
Iniziamo ad entrare nel dettaglio soffermandoci sul punto 3.

Per far coincidere il tempo della lettura con il tempo dell “azione” dei soggetti vanno tenuti in considerazione:
a: l’uso dei balloons
b: la lunghezza delle battute
c: che una vignetta deve coincidere con un elemento narrativo
d: che lo “spazio” e la “distanza” sono il tempo del fumetto

Ora vediamo uno per uno.
a: l’uso dei balloons
I balloons hanno un ruolo molto importante per trasmettere il tempo giusto di lettura (possono indicare, infatti, anche lo stato d’animo di chi pronuncia le battute in essi contenute).
Come potete facilmemte intuire, chi è timido o una persona che si trova in una situazione imbarazzante e quindi ha difficoltà nel parlare, lo fa lentamente. Pronuncia le battute con vari “ehm”, “ahm” o alcune pause in mezzo alle parole. Oppure se due persone discutono accesamente, le battute arrivano una dopo l’altra e qualche volta le battute si accavallano a grande velocità.

Per creare la velocità, ovvero controllare il tempo della lettura, l’impostazione dei balloons è molto importante.
Per esempio, se la lettura è alla occidentale, la visione del lettore parte dal lato sinistra della vignetta e finisce al lato destro. Quindi un elemento che è sinistra viene visualizzata prima.
Ciò vuol dire, inserire prima il ballon e poi il personaggio che parla o vedere prima l’espressione del personaggio e poi il ballon, non dà la stessa sensazione, perché una diversa collocazione nello spazio di ballon e disegni costruisce un tempo di lettura diverso.

b: la lunghezza delle battute
Il lettore deve soffermarsi su un ballon solo per il tempo necessario alla situazione che racconta la vignetta. Se è troppo lunga, al lettore sembrerà che il personaggio rimanga fermo in maniera innaturale. Ovvero, tempo di lettura e il tempo dell’azione dei personaggi non coincidono. Quindi, battute non troppo lunghe.

c: una vignetta deve coincidere con un elemento narrativo
In parole semplici, in ogni vignetta va raccontata una sola cosa!
Facciamo un esempio.
Un autore vuole raccontare che un personaggio cammina per strada di notte e dietro di lui c’è un orologio e per l’ autore è importante l’ora che indica l’orologio. L’autore può preparare una vignetta con il personaggio che cammina, la strada buia e l’orologio. L’espressione del personaggio e il suo modo di camminare ci indicano il suo stato d’animo (anche la strada buia puo' indicare il suo stato d’animo). Poi, ci sarà anche l’orologio in qualche parte nella vignetta poiché è parte dell’ambiente circostante.

Affinché il lettore si soffermi su quest’orologio a guardarne l’ora, l’autore deve inserire un’altra vignetta, anche se piccola, in cui ci sia solo l’orologio.
Grazie alla prima vignetta, il lettore comprenderà lo stato d’animo del personaggio e lo sfondo farà parte della descrizione dello stato d'animo. L’orologio, per il lettore è una cosa secondaria.
L’autore non può aspettarsi che il lettore dia importanza all’orologio solo perché è parte della scena. E’ inserendo un’altra vignetta con solo l’orologio che gliela farà notare.
 Tra l’altro, se il lettore rimane troppo tempo ad osservare questa vignetta, il ritmo di lettura risulterebbe ancora una volta lento e innaturale.

Ogni vignetta, quindi, deve essere preparata in modo che lo stato d’animo del personaggio e la situazione in essa possano essere compresi con una sola occhiata (ecco perché i famosi “occhioni" sono efficaci. Perché premettono al lettore di “leggere” immediatamente l’espressione del viso. Va comunque sottolineato che non tutti i mangaka hanno uno stile grafico cosiddetto “manga”, (paradossalmente!) come, per esempio, Jiro Taniguchi).

d: lo “spazio” e la “distanza” sono il tempo del fumetto
Per spazio, nella maggior parte dei casi, si intende la dimensione della vignetta.
Quando la vignetta è grande il lettore rimane lì fisicamente più a lungo che su altre vignette più piccole, cioè il tempo della lettura rallenta. Una vignetta grande è ottima per indicare importanza e/o creare un impatto forte.

Quando c’è qualcosa che ci colpisce o sciocca, è come se tutto intorno a noi si fermasse per un attimo e questo tipo di vignetta ricrea questa sensazione.

Per spazio si intende anche lo spazio intorno al soggetto presente nella vignetta. L’uso dello spazio, in questo modo, aiuta molto ad esprimere lo stato d’animo.

Per distanza s’intende quella tra il balloon e il personaggio.
Quando la distanza è maggiore tra il balloon e il personaggio che parla il tempo rallenta, cioè sembra che il personaggio parli dopo più tempo.
È così anche quando sono presenti due balloons in una stessa vignetta. Se i due balloons sono vicini il tempo della lettura è breve e significa che le battute sono pronunciate con poca o nessuna pausa tra loro.

Per creare il tempo di lettura ci sono anche altri elementi, ma i 4 elementi che ho appena elencato, sono fondamentali. Un mangaka deve usarli in modo armonico per ottenere il ritmo di lettura più adatto alla scena che costruisce.
Naturalmente non basta questo per ottenere e comprendere la struttura “invisibile” del manga.
Ciò vuol dire che devo continuare a scrivere anche una parte 3.

Aspettate l’arrivo di nuovo post!!

25/05/16

Che cos'è Manga? 1


Recentemente ho letto, per caso, due articoli che mi hanno spinta a pormi un quesito fondamentale:
Che cos'è Manga?


Questi due articoli trattano entrambi di manga realizzati da autori Italiani.
Salvatore, vincitore del Silent Manga Audition,  è stato invitato in Giappone con altri 4 vincitori e ha avuto un'occasione di cenare con maestro Hojo.


Durante chiacchierata, Salvatore a Hojo di come in Italia non vengano ben viste le opere in stile manga realizzate da Italiani. "Il solo fatto che gli autori stranieri non siano giapponesi pregiudica il loro lavoro etichettandolo come una brutta copia, un tentativo di scimmiottare qualcos'altro, in ogni caso non come vero manga che per loro è un prodotto che può uscir fuori solo da una mano giapponese".
Hojo ribatte che le opere vincitori del Silent Manga Audition, per esempio, a lui sembrano manga a tutti gli effetti anche se realizzate da non Giapponesi.
Un'altro articolo riguarda un incontro tra tre editori che pubblicano manga in Italia, avvenuto in occasione del Comicon a Napoli.  Alex Bertani della Panini Comics parla della loro pubblicazione "manga italiano". Dice , "“Noi ci crediamo molto, ma chiaramente è un discorso di qualità. Il lavoro che hanno fatto Elena e Federica secondo me è incredibile. Però anche qui il lettore italiano è un po’ particolare: è partito molto forte quel prodotto, forse sull’ambiguità, perché all’inizio siamo stati un pochino reticenti a dire che fosse una cosa 100% italiana. Pian piano, quando poi si è capito fosse cosa italiana, nonostante si trattasse secondo me di un prodotto di livello anche superiore a tantissime cose che facciamo di giapponese, un pochino... ha nicchiato. Non so dire perché; probabilmente perché il seguire manga si porta dietro anche un amore verso questa cultura un po’ esotica rispetto alla nostra, e quando si apprende che dietro c’è una mano italiana, alla fine non ti raggiunge al 100%”.
Bertani comunque ribadisce come un’opera di valore prima o poi finisca sicuramente per essere riconosciuta come tale dai lettori."
Quindi se "manga italiano" non viene considerato "vero manga" dal pubblico, a cosa è dovuto?
Se non sappiamo rispondere a questa domanda è perché, per capire se un’opera
sia davvero “manga” oppure no, prima di tutto bisogna rispondere ad un’altra domanda, ovvero:
: "Che cos’è manga?"
Secondo me, proprio qui è la confusione. Non tutti conoscono la vera identità del manga.


Un vero manga si può’ riconoscere da due elementi:
uno : la parte visibile
due : la parte invisibile


La parte visibile  è quella grafica, come l’aspetto dei personaggi, gli occhi relativamente grandi, i ciuffi di capelli non sempre realistici: oppure le linee realizzate con i pennini o le nuvole e i tuoni con i retini; o anche le vignette inclinate.
Appartenente alla parte visibile del manga ci sono anche il grande uso dei primi piani, l’uso delle linee cinetiche, i simboli vari. Insomma, tutti quegli elementi che si notano guardando una pagina.
Queste caratteristiche le può notare chiunque e, per questo motivo, nella maggior parte dei casi, quando si parla di MANGA s’intende un fumetto con queste caratteristiche.


Anche quando si parla del “How to” del manga ci si imbatte semplicemente nella spiegazione della tecnica del’uso dei pennini, di come si creano le linee cinetiche, di come disegnare gli occhi grandi con i riflessi interni e simili.


La parte grafica è importante per un "vero" manga, non c'è dubbio. Ma secondo me, si parla troppo poco della parte invisibile che lo costituisce e che insieme alla parte visibile (o addirittura di più) caratterizza il "vero" manga. 
Molti presunti “mangaka” purtroppo si limitano a soddisfare solo la parte visibile.


Allora, qual è la parte invisibile di un "vero" manga?
Per saperlo... aspettate prossimo posto.


20/02/16

SILENZIO! Quando manga non parla 2

Come avevo scritto nel posto precedente, il seminario di tecnica narrazione di manga 2016 ha contatto con la Silent Manga Audition.
I ragazzi del seminario creeranno le tavole per partecipare quest’audizione, volendo e nolendo.


L’opera partecipante deve soddisfare una condizione molto importante: i personaggi non devono parlare. È vietato l’uso dei baloonn e le didascalie.
È un metodo molto efficace per imaparare il carattere della narrazione di manga, ovvero raccontare a base dello stato d’animo dei personaggi.


Lo so, lo so. Sembra facile e ovvio ma non lo è: ASSOLUTAMENTE.


Così ho deciso di fare un’esercizio ogni lezione. Quello di creare una pagina di storyboard in 30 minuti secondo il tema che gli darò.


Il tema che ho dato come primo esercizio è stato questo: “La felicità - scegliere un ricordo di quando qualcosa vi è reso felice”.
Scegliere qualcosa da raccontare pescando dai propri ricordi, cioè le cose realmente vissute è importante perchè uno lo sa il protagonista come si sente.
Poi le condizioni seguono: non importa come è andato, ma concentrarsi nell’emozione. Raccontatemi, trasmettemi il vostro stato d’animo a forma di storyboard in una tavola minino 3 vignette e massimo 5.


Il risultato: tutti i partecipanti del seminario, TUTTI, hanno preparato una tavola di storyboard raccontando in breve che cosa è successo. Chi tornando a casa con rumore giù si è accorto da un gatto e si è sentito felice, chi è seduto davanti ad un piatto di pasta, chi ha raggiunto la finale di un gioco, chi appena finito l’anno scolastico e si è sentito libero…


Molti hanno raccontato che si sono resi felice accarezando gli animali. Evviva la dolcezza e la sensibilità!


Ma non è questo che volevo.


Lo so, lo so. Mi mancano tanti vocaboli in italiano. Quando parlo faccio gli errori grammatici. Ma non è questo la causa delle rsiposte dei ragazzi che non hanno seguito le condizioni che gli ho date.
Nella testa loro non esiste, “raccontare SOLO lo stato d’animo”.
Quindi devo ripetere l’esercizio.


Secondo tentativo: “Tenete la felicità scelta. Ma non mi raccontate che cosa vi è resa felice, concentrate solo sullo stato d’animo, nella felicità”


Il risultato: uguale… TUTTI hanno ripetuto, magari con meno quantità delle vignette, ma comounque hanno inserito delle vignette che raccontano “che cosa” è successo.

Perché??