17/02/16

SILENZIO! quando Manga non parla

È iniziato il seminario di tecniche di narrazione di manga alla scuola.
Quest’anno ho contatto con SILENT MANGA AUDITION, cioè, come le lezioni, i partecipanti devono creare una storia per concorre.

Questo audizione ha una condizione molto speciale, come dice il titolo, sulle tavole non ci devono essere i testi. SILENZIO! I personaggi non devono chiacchierare. Sono consentite le onomatopee, cioè non deve spiegare con i testi, si esprime solo con i disegni. Raccontare solo con i disegni è un metodo molto efficace per imparare il metodo di manga.
Ogni edizione ha un tema. I partecipanti creeranno loro tavole, minimo 5 massimo 10, secondo il tema.
Questa audizione ci sono versioni per i partecipanti giapponesi e quelli non giapponesi.

Coosa?! È razzismo???! No, no, anzi.
La differenza sono due: le frequenze delle scadenze e i tema. Quella giapponese le scadenze sono più frequente. La maggior differenza è il tema.
Per la versione giapponese il tema è più astratti, come: “il momento in cui si è scappato un sorriso”, “il momento in cui la rabbia si è arrivato in massimo”, “il momento in cui si è caduto in amore” ecc. mentre per la versione non giapponese i temi sono, “Lettera d’amore (il 2013, la prima edizione)”, “Un regalo fascinante (il 2015, la quarta edizione)”, “Amicizia e metodo di comunicazione (il 2016, la quinta edizione), cioè sono più concreti.

La redazione ha dovuto creare questa differenza perché ha capito che la comprensione dei partecipanti verso i temi è diversa tra i giapponesi e non. Naturalmente non il senso dell’intelligenza ma ciò viene dalla mentalità.

Prima di tutto i partecipanti giapponesi sono più abituati da leggere i manga, anzi, vi dirò di più, nel mercato giapponese non ci sono i fumetti occidentali. Tutti i manga hanno la “struttura di manga”, cioè, loro racconti, più o meno, basati allo stato d’animo dei personaggi che è caratteristico del manga. I partecipanti non giap. tendenzialmente creano loro storia basate le azioni dei personaggi. Raccontano “i personaggi cosa fanno”.  Certo, anche le storie create dai  giapponesi i personaggi fanno qualche cosa, ma viene raccontato sempre “con quale stato d’animo” fanno le azioni.
Il metodo di manga nasce dalla mentalità giapponese come la lingua. Quindi non è facile comprendere per il popolo che è cresciuto d'altro tipo di mentalità questo metodo. Certo, gli europei capiscono le storie, perché le emozioni sono universali, ma non è stessa cosa creare una cosa con altra mentalità. Per questo, quando, negli anni 90, la redazione di Morning della Kodansha ha svolto un progetto che far creare le storie con il metodo di manga agli autori non giapponesi, ha avuto tanta difficoltà con i professionisti occidentali per comprendersi.

Quindi la redazione dell’audizione ha cercato di adeguarsi ai non giapponesi mettendo i temi più concreti, più immaginabili “cosa fa il protagonista”. Ma il protagonista non deve parlare, allora autore è costretto a fare regia per trasmettere cosa pensa e perchè fa quell’azione con le espressioni del viso e altri oggetti che sostituiscono le spiegazioni, cioè impara la regia!

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